FOTOGRAMMETRIA NON CONVENZIONALE E DIGITALE |
di Maurizio Foderà e Giuseppe Castelli |
Applicazioni per il
rilievo del complesso monumentale
di Santa Maria di Gesù Superiore
1. Rendering fotorealistico
del modello tridimensionale
con "mapping" delle immagini raster raddrizzate
Articolo
pubblicato sul n.2-marzo 1998 della rivista
"RECUPERARE LEDILIZIA"
Alberto Greco
Editore srl-Via del Fusaro,8 - 20146 MILANO
Tel.02/4819086
E-mail: recuperaredilizia@internetitalia.it
Riassunto
Il presente lavoro ha per oggetto
il rilievo dello stato di fatto del Complesso Monumentale Santa
Maria di Gesù Superiore a Messina per conto della Soprintendenza
per i Beni Culturali ed Ambientali.
L'indagine conoscitiva commissionata è stata eseguita con
tecniche di fotogrammetria terrestre non convenzionale digitale
ed ha permesso di valutare sia l'aspetto quantitativo che
qualitativo del sito, in riferimento alla descrizione dei
materiali impiegati, dei caratteri tipologici, dello stato
generale di degrado della struttura.
Il documento fotografico ben descrive il dato tematico e si
integra con l'aspetto metrico quando l'immagine è
ortogonalizzata e referenziata, archiviabile in forma digitale e
trasferibile su memoria di massa.
Premessa
E' noto che per affrontare un qualsiasi intervento su
un manufatto esistente, occorre preventivamente conoscere,
acquisire e successivamente elaborare numerosi dati di natura
tecnica, architettonica, socioeconomica, in generale culturale.
In particolare necessita un rilievo d'insieme che restituisca in
scala le caratteristiche geometriche e materiche del sito.
Vale a dire: un rilievo oggettivo e multinformatore che possa
fornire elementi indispensabili per un giudizio motivato, atto a
giustificare o meno una continuità d'uso dei componenti del
manufatto e di fruizione delle loro qualità
artistico-monumentali.
Le finalità di un tale rilievo giustificano la tendenza a
indurre al minimo la soggettività interpretativa per conseguire
la massima oggettività informativa e richiede l'impiego diretto
di tecniche di rilevamento fotogrammetrico che assicurano un
gradiente di scientificità molto elevato, quale è richiesto per
affrontare problemi di conoscenza.
La macchina fotografica a differenza dell'occhio umano non
interpreta l'apparente bensì registra una apparenza prospettica
del percepibile geometrico.
La sola esecuzione delle operazioni di presa consente di
acquisire tutte le informazioni che offre la documentazione
fotografica e i fotogrammi costituiscono già un archivio di dati
pronti ed immediati atto a comprovare lo stato di fatto esistente
in un determinato momento storico.
Appare, quindi, estremamente utile oltre che interessante poter
disporre di una documentazione idonea a conservare ed a
trasmettere per le più svariate utilizzazioni (tecniche,
amministrative, legali, etc.) oltre i dati metrici anche tutti i
dati apparenti di un manufatto architettonico.
Tale documentazione consente inoltre di svolgere indagini e
ricerche in "laboratorio" evitando i disagi del sito,
in qualsiasi momento, con tempi di lavoro notevolmente limitati,
e soprattutto, offre la possibilità di procedere ad un esame
conoscitivo dal particolare al generale, favorendo processi di
sintesi e di globalità.
Altro motivo, e non certo secondario, che giustifica il ricorso
ad un tale tipo di rilievo, è la rilevante quantità di
informazioni ottenibili, la quale con la tradizionale metodologia
di misurazione diretta richiederebbe un numero molto più elevato
di operatori e tempi di lavoro notevolmente più lunghi.
Fino ad oggi, la restituzione fotogrammetrica ha fornito in
genere elaborati grafici al tratto che dovevano poter comunicare
almeno un messaggio inequivocabile. Ciò ha comportato
necessariamente delle semplificazioni linguistiche e quindi
l'esigenza di una codifica idonea a garantire la leggibilità.
Oggi però lo sviluppo delle tecniche di rilevamento,
fotogrammetrico e pseudo-fotogrammetrico, attraverso
l'elaborazione digitale, consente il superamento del tradizionale
prodotto vettoriale e una sua integrazione con le potenzialità
proprie dell'immagine fotogrammetrica.
L'immagine può costituire la base per una forma di
rappresentazione realizzabile in tempi più brevi a costi
contenuti, capace di descrivere la fisicità, i suoi materiali,
lo stato di degrado.
Geometricamente corretta e georeferenziata l'immagine assume,
dunque, il ruolo di contenitore delle informazioni generali,
potenzialmente estraibili in ogni momento, mentre la descrizione
vettoriale, che può essere usata assieme all'immagine raster,
consente di sovrapporre la documentazione specifica di settore.
Il restauratore, lo strutturista, lo storico, il tecnologo e
tutti gli altri specialisti coinvolti in un eventuale progetto di
conservazione, possono leggere attraverso la propria lente di
ingrandimento i fenomeni di cui sono esperti, predisponendo le
carte tematiche su opportuni livelli informativi.
3. Planimetria generale del sito |
Durante la peste del 1743 il convento, a causa della sua
ubicazione decentrata, venne adibito a lazzaretto.
Nella seconda metà dell'ottocento due violente alluvioni
travolsero il complesso abbaziale e la chiesa, nel 1863, venne
completamente seppellita dai detriti del torrente San Michele.
Tre anni dopo, a causa delle leggi di confisca dei beni
ecclesiastici, l'abbazia, benché parzialmente interrata, fu
trasformata in ospedale d'isolamento per malattie infettive e,
nel 1886, il refettorio fu ristrutturato ed aperto al culto.
Le strutture ancora fruibili dell'antico complesso conventuale,
già seriamente compromesse dalle alluvioni e dal sisma del 1894,
furono completamente distrutte dal terremoto del 28 dicembre
1908.
I caratteri distributivi dei resti rinvenuti rimandano ad una
ristrutturazione quattrocentesca ad opera del vescovo di
Agrigento Matteo Gallo, che acquistando il convento vi insediò
l'Ordine dei Minori Osservanti di San Francesco, e a
rimaneggiamenti più tardi. In particolare la chiesa, ad unica
navata con cappelle laterali ricavate negli spessori murari, è
una tipica espressione architettonica francescana che si allinea
coerentemente con quanto riferito dalle fonti storiche.
Relativamente alla cripta, la sua ubicazione nell'area posteriore
all'altare maggiore fa fondatamente supporre che la stessa sia
stata ricavata dall'adattamento del coro francescano eseguito
forse in occasione del trasferimento dei monaci (1643) e in ogni
caso non oltre al secolo XVIII.
L'interesse storico ed architettonico dei resti del convento e
della chiesa di Santa Maria di Gesù Superiore è prevalentemente
documentario e non viene quindi sostanzialmente intaccato dalla
loro frammentarietà. Il portato testimoniale del complesso,
esaltato dalle particolari vicende messinesi, svolge un
importante ruolo in rapporto alla memoria collettiva cittadina
traumaticamente sradicata dalle sue matrici culturali e, in
quest'ottica, esso deve essere tutelato e recuperato alla
fruizione.
4. Modello tridimensionale del sito |
Le fasi del
rilievo
Come si è detto
ampiamente finora, il contributo che la fotogrammetria è
oggi in grado di offrire alla documentazione di edifici
storici può considerarsi determinante e qualificante. E
della "fotogrammetria" ci si è serviti, anche
se non in senso stretto, nella realizzazione del rilievo
del complesso monumentale Santa Maria di Gesù Superiore
a Messina. Utilizzando metodologie speditive
(raddrizzamento di immagini digitali), non propriamente
fotogrammetriche, è possibile ottenere un archivio di
immagini digitali dell'edificato storico, che hanno il
vantaggio, rispetto alla sola rappresentazione grafica di
contenere tutta una serie di informazioni utilizzabili da
chiunque debba operare su un manufatto esistente. |
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6. Restituzione vettoriale delle sezioni |
La prima operazione è consistita
nel rilievo celerimetrico del sito, utilizzando una stazione
totale, cioè teodolite con distanziometro integrato, in grado di
assicurare una incertezza dell'ordine di 3" per le direzioni
angolari e di 3 mm per le distanze; ciò ha permesso di ottenere
la restituzione grafica della planimetria del sito, la
modellazione tridimensionale del terreno e delle masse murarie,
nonché, la determinazione delle coordinate dei punti di appoggio
fotografici materializzate sulle pareti da mire in forex.
Successivamente sono state eseguite le prese fotografiche dei
prospetti delle masse murarie utilizzando una camera
semi-metrica, Rolleiflex 6006 metric (formato pellicola 60x60 mm2) con
focale 50 mm. La scala media dei fotogrammi oscillava da un
rapporto di 1:60 ad 1:80, perfettamente congrua con la scala di
restituzione richiesta di 1:50. Dai negativi sono state ricavate
stampe su carta fotografica a colori nel formato 20x20 cm2 che
sono state rasterizzate con uno scanner piano formato A4 ad una
risoluzione ottica di 150 dpi, tale da ottenere sull'oggetto
reale una risoluzione di circa 1 cm. Tutte le stampe su carta
sono state acquisite con una profondità di colore di 24 bit. Il
software utilizzato per le operazioni di raddrizzamento digitale
è il sistema MSR della Rollei. Il programma fornisce un'immagine
digitale raddrizzata, ricampionata in modo completamente
automatico. La dimensione del pixel dell'immagine ricampionata
può essere fissata a piacere in dimensioni coerenti con il
sistema di riferimento dei punti di appoggio. Nel caso specifico
è stato scelto di adottare una dimensione del pixel pari ad 1 cm
nella realtà, dimensione sufficiente per ottenere risultati
soddisfacenti in fase di restituzione.
Le immagini raddrizzate ed archiviate in formato raster, sono
state vettorializzate con un sistema CAD integrato in grado di
trattare l'immagine raster come layer di fondo. La
vettorializzazione delle immagini digitali ha permesso di
conseguire la rappresentazione geometrica e metrica dello stato
di fatto, la rappresentazione delle tecniche di esecuzione e
dello stato di conservazione dell'organismo edilizio.
7. Rappresentazione dello stato di conservazione secondo le norme NORMAL 1/88 |
Il modello tridimensionale,
realizzato posizionando sul DTM (modello digitale del terreno)
elaborato con passo N=E=m 0.5, le masse murarie tridimensionali
elaborate mediante modellazione solida, ha messo in relazione il
rilievo cartografico ed il rilievo architettonico fotografico.
Partendo, infatti, dalla vettorializzazione dei contorni delle
masse murarie, si è ottenuta l'immagine volumetrica a linee
delle stesse. Il modello numerico così prodotto permette di
studiare lo spazio tridimensionale come relazione tra volumi. è
sprovvisto tuttavia delle informazioni relative ai prospetti.
Volendo visualizzare queste informazioni si possono utilizzare le
immagini raster raddrizzate, utilizzate come texture-mapping dei
blocchi tridimensionali delle masse murarie in un rendering
fotorealistico del modello. Ma tutto ciò non era oggetto
dell'incarico.
Le precisioni conseguite appaiono significative nell'ambito delle
necessità di un rilievo architettonico, e vanno comunque
rapportate alla semplicità di realizzazione ed alla economicità
dell'intero procedimento.
I1 prodotto ottenuto unisce alle caratteristiche di precisione
metrica una indubbia significatività tematica, consentendo
quindi una esauriente documentazione del bene architettonico.
Dalle operazioni di rilevamento compiute, appare evidente che
integrando e arricchendo la metodologia di lavoro utilizzata con
mezzi informatici e con mezzi fotogrammetrici aerei e terrestri,
si possono ottenere degli elaborati sofisticati e molto
esaurienti per le necessità della critica storica e per la
conservazione dei beni architettonici ed ambientali.
Un complesso di documenti di facile ed immediato aggiornamento,
utile non soltanto a futura memoria per registrare gli stati di
consistenza dei beni interessati ma anche per il loro razionale
restauro o recupero.
Riferimenti Bibliografici
-AA.VV., Costituzione di una base di dati dell'edificato storico:metodi operativi. Applicazioni nel centro storico di Mazara del Vallo. Scuola diretta a fini speciali in "Topografia Applicata", Firenze A.A.93-94, tesi di diploma di Biagio Maurizio Foderà.
-AA.VV., Relazione tecnica allegata al decreto di vincolo del Complesso Conventuale Santa Maria di Gesù Superiore-Messina. Arch. E. Barbaro Poletti - Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina.
-L.Colombo, C.Scalese, G.Sansone, Analisi Morfologica di elementi costruttivi della Cattedrale di San Matteo a Salerno. Articolo su bollettino SIFET n.2/1996.
-P.Midulla, Applicazioni
informatiche all'integrazione tra cartografia e prospetti
raddrizzati. Articolo su bollettino SIFET n.1/1995.
Si ringrazia la Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina per aver concesso lautorizzazione a pubblicare gli elaborati tecnici riprodotti in questo articolo.
Si ringrazia lArch. Emanuela Barbaro Poletti della Soprintendenza ai BB.CC.AA di Messina per il contributo offerto nella stesura delle note storiche.
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